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Una ulteriore conferma dell’efficacia delle confezioni bag-in-box sulle caratteristiche qualitative dell’olio extravergine di oliva giunge dall’Università di Iannina in Grecia dove
ricercatori ne hanno studiato la conservazione in funzione del tempo e della temperatura. Per una valutazione comparativa, come parametro di riferimento è stato preso l’olio d’oliva
confezionato in lattine di acciaio stagnato.
Il campionamento dell’olio d’oliva è stato effettuato ogni 20 giorni, valutando il deterioramento della qualità sulla base di molteplici parametri qualitativi: acidità, PV (numero di
perossidi), K232 e K270 (i parametri che misurano l’assorbimento dei raggi ultravioletti), Delta K (misura lo stato di ossidazione secondaria), colore, contenuto fenolico totale, composizione di AF e
profilo dei composti volatili. I campioni confezionati in lattine in acciaio stagnato non potevano più essere classificati come extravergine dopo 80 giorni di conservazione a 22 gradi e dopo 60
giorni a 37 gradi. I campioni conservati in bag-in-box hanno invece mantenuto le specifiche di extravergine per tutta la conservazione a 22 gradi e hanno avuto una durata di
conservazione di 100 giorni a 37 gradi.
In conclusione, hanno registrato i ricercatori, i risultati hanno mostrato che l’imballaggio in bag-in-box si è rivelato più adatto a tutti i campioni di olio d’oliva anche per quelli esposti a
temperature maggiori.
Fonte l'Olivo NEWS
Il frangitore raffreddato è la novità Pieralisi, oggetto di un interessante studio approfondito attraverso sperimentazioni condotte in collaborazione con
l’equipe diretta dal prof. Maurizio Servili dell’Università di Perugia. L’innovazione tecnologica è stata descritta nella rivista scientifica Food and Bioprocess Technology. Obiettivo
della ricerca è stato valutare gli effetti del condizionamento termico in fase di frangitura sullo sviluppo dei composti volatili e sulla concentrazione dei fenoli idrofili nel prodotto
finale.
Il raffreddamento è reso possibile dalla circolazione di acqua refrigerata nell’intercapedine insito nella struttura del frangitore Pieralisi che favorisce un contatto indiretto con la
pasta franta, favorendo così l’abbassamento della temperatura. Le prove, durate tre campagne olivicole, sono state compiute sulle varietà Coratina, Peranzana e Moresca.
I risultati hanno permesso di accertare che tale soluzione è in grado di contrastare l’aumento termico che si verifica durante questa fase. Tradotto in effetti pratici, si è riscontrato un
significativo aumento dei composti aromatici considerati più appetibili da parte del consumatore finale (come l’erbaceo fresco o il floreale), ma anche una riduzione dei processi
ossidativi proteggendo i composti fenolici a vantaggio sia della qualità salutistica e sensoriale dell’olio EVO che della conservabilità del prodotto.
La soluzione proposta, è stato evidenziato dalla ricerca, è migliorativa sotto il profilo ambientale ed economico rispetto al raffreddamento delle olive prima della frangitura (utilizzo di
ghiaccio secco o di apposite celle climatiche). Al tempo stesso è stata ritenuta preferibile rispetto al condizionamento termico applicato in post frangitura poiché evita ulteriori costi a
carico del frantoiano ed inoltre è importante sottolineare che lo sviluppo aromatico si concentra nella fase della frangitura.
Pieralisi rende possibile anche un optional in più mediante il raffreddamento della coclea che movimenta la pasta dal frangitore alla pompa alle gramole.
Fonte l'Olivo NEWS
La scorsa settimana il nostro team si è recato in Francia per consegnare dei prodotti revisionati ai nostri clienti, fra cui: un vibrofiltro, un tamburo a cui è stata fatta l'equilibratura ed un tamburo separatore cucciolo post equilibratura.
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