Notizie

In questa sezione vi teniamo aggiornati sulle novità di MaIA SRL Unipersonale.

Importanza strategica della frangitura

23/07/2024

Durante i Pieralisi Day (giugno‑luglio 2025), esperti e tecnici hanno ribadito che la qualità dell’olio extravergine “si decide” nella fase di frangitura, poiché è in questo momento che prende avvio il processo biochimico determinante per le proprietà organolettiche e nutrizionali del prodotto.

  • Processo enzimatico attivato meccanicamente

La rottura delle pareti cellulari per effetto meccanico (corpo battente) libera goccioline d’olio e polifenoli endogeni, oltre a innescare la sintesi degli aromi. La temperatura e la geometria del frangitore sono parametri critici per modulare l’attività enzimatica senza compromettere i composti aromatici.

  • Tecnologia “multilama” Pieralisi

Il nuovo corpo battente multilama ottimizza la frangitura concentrandosi su buccia e polpa dell’oliva. La particolare geometria e il materiale impiegato mantengono costante il profilo di taglio, migliorando l’attivazione enzimatica responsabile del fruttato e incrementando il contenuto fenolico.

  • Incrementi dei composti fenolici

Cultivar Frantoio: +60% di fenoli.

Nocellara Etnea: +40% di fenoli.
Questi incrementi sono stati validati con protocolli scientifici in collaborazione con l’Università di Perugia.

  • Valorizzazione dei composti volatili

L’estrazione multilama ha mostrato un aumento medio del 10–20% di composti volatili, con note erbaceo‑fresche e floreali superiori o equivalenti a quelle ottenute con altri frangitori.

  • Stabilità dei parametri e resa

Acidità, numero di perossidi e costanti spettrofotometriche (grado di ossidazione) rimangono invariati, così come la resa all’estrazione, garantendo conformità ai requisiti di legge senza compromessi in termini di quantità.

  • Efficienza energetica e controllo termico

La riduzione dell’attrito permette minori consumi energetici e un riscaldamento controllato della pasta. L’integrazione di un sistema di raffreddamento interno al frangitore preserva ulteriormente qualità sensoriali e nutrizionali.

  • Pacchetto innovativo

L’abbinamento tra girante multilama e raffreddamento della pasta costituisce un sistema completo, certificato da una prestigiosa pubblicazione scientifica indipendente, che assegna oggettività e affidabilità ai risultati ottenuti.

 

Fonte: OlivoNews – La qualità dell’olio? Si decide in frangitura, ecco perché.

 

 

 

 

 

 

 

Nuovo impianto Pieralisi per un olio sempre più di alta qualità.

20/03/2024

 

La produzione di olio di alta qualità si è estremamente evoluta in termini di innovazione tecnologica negli ultimi decenni. La qualità richiede una raccolta precoce alla quale si associano temperature delle olive troppo elevate per ottenere un prodotto di qualità, dovute al riscaldamento globale. Questo ha fatto sì che la tendenza in frantoio non sia più quella di riscaldare, bensì il contrario: raffreddare per contenere temperature delle olive sempre più elevate.

 

La tecnologia del freddo

La tecnologia del freddo in frantoio va valutata in maniera oculata perché le proposte commerciali risultano essere numerose, ma spesso non realmente funzionali. La refrigerazione del frutto dell’oliva, ad esempio attraverso l’acqua della lavatrice, non è funzionale quanto sembrerebbe. Questo perché la buccia delle olive è fortemente coibentante, pertanto la temperatura della polpa non viene abbattuta efficacemente. Il segreto sta nella refrigerazione della pasta di olive.

La refrigerazione è richiesta in frantoio nelle primissime fasi del processo ed in particolare durante la frangitura in quanto – come già riportato in uno specifico articolo – è il cuore della produzione degli aromi ed incide significativamente sulle altre caratteristiche organolettiche che definiscono un olio di alta qualità, composti fenolici inclusi.

 

La proposta Pieralisi

L’azienda Pieralisi Maip, leader di mercato nella produzione di macchine olearie, si è sempre mossa con spirito innovativo ed originale. Durante la fiera internazionale Enoliexpo a Bari ha colto l’occasione (nella foto) per presentare un nuovo impianto per produzioni di oli di alta qualità aggiornato con le ultime tecnologie:

il My Mill 8.2.

Il My Mill 8.2 è un impianto completo dalla fase di ricezione e lavaggio alla chiarifica dell’olio ed è improntato per piccole produzioni. Il frangitore è caratterizzato da un sistema di refrigerazione del 100% delle superfici di contatto, da griglia e girante brevettate ed inverter per la regolazione dei giri dei corpi battenti. Tutte le componenti sono studiate ad hoc e garantite da una originalità che si distingue nel mercato. La tecnologia di gramolatura ha cambiato completamente il design con totale ispezionabilità, pulizia e garantisce un ambiente confinato rispetto all’esterno riducendo i fenomeni ossidativi. Il decanter è dotato di un secondo motore back-drive per una flessibilità operativa in funzione delle caratteristiche della materia prima che mutano durante la campagna di raccolta al fine di massimizzare le performance estrattive ed ottimizzare i consumi energetici. Infine, la fase di separazione svolge un’azione di chiarifica e stabilizzazione dell’olio, abbattendo anche di dieci volte le impurità solide, mucillagini ed acqua di vegetazione residuali. L’olio estratto risulta più stabile all’ossidazione ed ai difetti di morchia e rancido. L’intero impianto viene gestito comodamente ed in maniera intuitiva attraverso un’unica stazione di controllo con touch-screen su leggìo stand-alone. Scopri di più su www.pieralisi.com

 

 

Fonte: l'Olivo NEWS

 

 

Innovazioni in olivicoltura, appuntamento all'EnoliExpo.

24/02/2024

 

 

Con la partecipazione di oltre 200 espositori distribuiti su 18 mila metri quadrati espositivi, torna dal 7 al 9 marzo 2024 l’EnoliExpo alla Fiera del Levante di Bari, manifestazione biennale dedicata alle innovazioni tecnologiche per i produttori di olio e di vino, da quest’anno certificata ufficialmente “fiera internazionale”.

Secondo evento espositivo europeo per il settore olivicolo-oleario (dopo l’Expoliva di Jaén in Spagna, in programma negli anni dispari), l’EnoliExpo di Bari si qualifica anche come uno dei principali appuntamenti nell’area del Mediterraneo per il settore viticolo-enologico, con la partecipazione delle maggiori case produttrici nella fornitura di macchinari, prodotti, attrezzature e servizi per questi due comparti strategici dell’agroalimentare italiano. Dall’oliveto al frantoio, dalla vigna alla cantina, fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione, tutta la tecnologia applicata alle due filiere sarà protagonista nei tre giorni, con un 15% in più di parte espositiva rispetto al 2022 e numerosissimi appuntamenti. Sono infatti coinvolte attivamente per questo appuntamento tutte le associazioni di categoria del settore agricolo, ma anche della cooperazione e del mondo artigianale, oltre che Università – a partire dalla “Aldo Moro” di Bari – ed Enti di ricerca. Forti sinergie nell’obiettivo di accompagnare, alla parte espositiva, una ricca attività di formazione e aggiornamento professionale con oltre venti incontri e convegni distribuiti nei tre giorni.

Ma non solo: questa 6^ edizione di EnoliExpo sarà caratterizzata anche da Beertech, dedicato alle tecnologie per la produzione di birra artigianale, segmento in costante crescita e dunque vi sia spazio dunque per presentare e valorizzare l’offerta di prodotti e servizi ad esso dedicati.
La scelta dell’ingresso gratuito è volta a favorire il maggior afflusso di operatori professionali attesi da tutta Italia e dai paesi a maggiore vocazione olivicola-olearia. Delegazioni straniere ufficiali, organizzate dall’Istituto per il Commercio Estero, giungeranno da Turchia, Tunisia, Marocco ed Albania.

Centralità ovviamente sarà data nella parte convegnistica alla regione Puglia, dove la produzione olearia quest’anno ha superato il 60% di quella intera nazionale e dove il mondo del vino sta continuando a compiere passi da gigante in nome della qualità e della  commercializzazione del prodotto.

Sul sito internet www.enoliexpo.com il ricco programma dei convegni,  tutte le informazioni utili e il modulo per precompilare la registrazione, ottenere il biglietto gratuito e saltare la coda all’ingresso.

 

Fonte:l'Olivo NEWS

 

 

 

 

 

 

Crisi climatica falcia la produzione di olio d'oliva: prezzi alle stelle. La prima responsabilità dei rincari è della Spagna, principale produttore mondiale, che ha finito il magazzino e non riesce a ripristinare le scorte.

22/09/2023

iVola il prezzo dell’olio d’oliva. Non solo nell’ultimo anno in Italia è aumentato del 37%, il secondo maggior rincaro registrato nei carrelli della spesa dopo lo zucchero. Ma anche le prospettive non sono rosee: il prezzo non calerà almeno per i prossimi due anni. L’inflazione non è l’unico motivo: «Il problema sono le scorte - spiega David Granieri, vicepresidente della Coldiretti e presidente di Unaprol, che respinge ogni sospetto di speculazione - da una stima che ci siamo fatti per ricapitalizzare i magazzini ci vorranno almeno due anni, ammesso e non concesso che abbiamo due anni altamente produttivi».

L’annus horribilis 2022-2023 si è chiuso con un calo della produzione in Italia del 27%, e soprattutto con un tracollo del 56% della Spagna, che è il primo produttore mondiale. «La Spagna ha dato fondo a tutto il magazzino disponibile - dice Granieri - e questo ha mandato i prezzi alle stelle. Nelle annate tradizionali l’olio spagnolo si trovava tranquillamente a 5 euro al chilo, a volte anche a 3. Ora non c’è quasi più differenza con quello di produzione nazionale, le quotazioni si aggirano tutte tra gli 8,70 e i 9,50 euro al chilo». A fine agosto, nei supermercati spagnoli un litro di extravergine era sugli scaffali a 10 euro al litro: se la media dei rincari dell’olio è stata del 38%, nel caso dell’extravergine l’aumento in un anno ha superato il 227%.

La campagna spagnola 2022-2023 è stata da dimenticare a causa dell’andamento climatico anomalo, ma i produttori iberici hanno messo le mani avanti: la forte siccità che ha colpito la penisola questa estate non fa presagire nulla di buono nemmeno per la raccolta che si aprirà in autunno. Dalla Spagna, dunque, niente scorte.

E in Italia? L’Umbria ha già fatto sapere che l’annata 2023 si avvia a subire un calo di oltre il 50%: «Una serie di eventi climatici avversi hanno inciso sulle piante e sui frutti - ha detto Giulio Mannelli, presidente Aprol Umbria - dalla siccità invernale alle gelate tardive, fino alle piogge incessanti primaverili che hanno causato grandi problemi nel passaggio dal fiore al frutto». In Toscana, invece, le prime stime dei produttori ipotizzano un calo più contenuto, tra il 10 e il 20%.

Prospettive più chiare si avranno solo alla fine del mese. «In linea di massima - ipotizza Granieri - per quanto riguarda la campagna olivicola alle porte, in tutto il Centro Italia ci attendiamo un calo del 50%, mentre al Sud la produzione scenderà del 10% rispetto alle annate migliori». Anche tra gli industriali della trasformazione l’ottimismo è poco. Rispetto alla tragica campagna 2022-2023 certo ci si aspetta un miglioramento, ma anche quella in corso non sarà un’annata da ricordare. L’Italia aveva chiuso l’ultima campagna a 240mila tonnellate di olio, rispetto a un potenziale nazionale di 300mila, e quest’anno potrebbe puntare sulle 270mila tonnellate. Un’annata media, insomma, con una produzione del 50-60% rispetto a una annata di carica. Molto dipenderà poi da quello che succederà nei prossimi giorni, se ci saranno o no quegli eventi climatici estremi a cui il nostro Paese ci ha ormai abituati negli ultimi anni. È anche per questo che nessuno vuole sbilanciarsi in previsioni più precise.

Se Spagna e Italia - rispettivamente primo e secondo produttore mondiale - non brillano, gli altri principali concorrenti mediterranei non stanno meglio. «Raccolti sotto la media sono attesi anche in Tunisia e in Turchia», ricorda Granieri. E questo ancora una volta non aiuta a portare i prezzi verso il basso. La recente scelta di Ankara di bloccare le esportazioni di olio per garantire il mercato interno, semmai, non farà che contribuire ulteriormente alla corsa delle quotazioni sui mercati del resto del mondo.

Per il carrello della spesa, dunque, nessuna prospettiva rosea: «Per la prima volta, da trent’anni a questa parte, l’olio smetterà di essere una commodity e diventerà un prodotto premium - sostiene Granieri - quanto ai rincari, se guardiamo solo alle bottiglie di fascia alta, l’incidenza dell’aumento è del 20%, mentre sui prodotti primo prezzo l’incidenza è di oltre il 130%».

 

Fonte: ilsole24ore.com

 

 

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